“A sette anni dal sisma mi sembra assurdo che il governo non si adoperi per garantire alla Struttura Commissariale le professionalità necessarie per completare la ricostruzione. Si rischia davvero il blocco completo delle pratiche e quindi dei cantieri collegati”.
Sono queste le prime valutazioni dell’ing. Stefano Betti, Presidente di Ance Emilia-Romagna, l’Associazione regionale dei costruttori edili, in merito al dibattito di pochi giorni fa tra l’assessore regionale Palma Costi, e il sottosegretario Vito Crimi, che ha sollevato dubbi proprio in merito alla ricostruzione.
L’Associazione, che rappresenta le imprese edili del territorio regionale, quindi quelle maggiormente impegnate nei cantieri del sisma, esprime forte preoccupazione per gli effetti del “Decreto dignità” (D.L. 87/2018), approvato con la finalità di regolamentare contratti a termine e precariato, ma che per assurdo non garantirà dopo il 30 giugno 2019 il proseguimento dei contratti del personale Invitalia che la Struttura Commissariale ha dedicato alle pratiche del sisma.
Si tratta prevalentemente di ingegneri e architetti, che dal 2013 si sono fatti le ossa con il gravoso tema del post terremoto e che in questi anni hanno acquisito le competenze necessarie per portare avanti le complesse pratiche della ricostruzione. Senza questo personale si verificheranno dei forti ritardi nei pagamenti dei lavori effettuati dalle imprese edili nei cantieri del sisma.
“Esistono già forti criticità legate ai tempi di pagamento e alle procedure in essere”, aggiunge Betti, “che cerchiamo di risolvere attraverso un dialogo continuo con i Comuni e la Struttura Commissariale. Andando ad aggiungere anche questo alla lista dei tanti problemi da affrontare quotidianamente, si avranno certamente dei ritardi ancora più gravi nel completamento della ricostruzione e non si potranno rispettare i rigidi termini temporali fissati dalla Regione per completare i lavori”
“In questo contesto, riteniamo doveroso, quindi, una deroga alla norma generale dettata dal Decreto Dignità che pone vincoli ai rapporti a tempo determinato, come peraltro è stato consentito alle aree del sisma del Centro Italia”, conclude il presidente di Ance Emilia-Romagna. “Per questo sollecitiamo con forza il governo e le forze politiche ad adoperarsi”.