Nel comune della bassa modenese, sabato 22 febbraio 2019, si è tenuta la cerimonia di posa della prima pietra alla quale hanno partecipato tra gli altri, l’assessore regionale alle Attività produttive con delega alla ricostruzione, Palma Costi, assieme al sindaco Monja Zaniboni, al Presidente di ANCE Emilia-Romagna Stefano Betti e al presidente dell’Asp, Azienda pubblica di servizi alla persona, dei comuni modenesi Area Nord, Paolo Negro.
La struttura sarà realizzata grazie alla solidarietà dei lavoratori, delle imprese e del sindacato, attraverso la raccolta di fondi effettuata dal sistema bilaterale delle costruzioni e dell’edilizia.
Il costo complessivo dell’edificio ammonta a 750 mila euro ed è stato finanziato con una donazione di oltre 533 mila euro raccolti su mandato delle Associazioni del settore delle costruzioni, dalle Casse Edili e con 217mila euro di risorse proprie di Asp Area Nord.
Nel luglio 2014 i vertici nazionali di Cnce (Commissione Nazionale Casse Edili), Formedil (Ente nazionale per la formazione e l’addestramento professionale nell’edilizia) e Cncpt (network della sicurezza in edilizia) hanno consegnato alla Regione i fondi raccolti, 1 milione e 66 mila euro, finalizzati a realizzare due micro-residenze per anziani nei comuni modenesi di Concordia e Camposanto.
La microresidenza di Camposanto sarà composta da 5 mini alloggi e caratterizzata da spazi individuali (camere, piccole logge individuali), servizi condivisi (angolo cottura, servizi igienici assistiti, locali tecnici) e spazi conviviali (cucina e sala da pranzo, soggiorno per le attività collettive, logge comuni).
Inoltre, dispone di un alloggio per l’operatore attraverso il quale si dà accesso controllato agli altri spazi abitabili.
Le soluzioni adottate consentono alle persone anziane/disabili con difficoltà non gravi di rimanere in un contesto domiciliare, controllato e protetto che assicuri sia interventi assistenziali programmati (anche nelle 24 ore) che di pronto intervento, senza dover così anticipare un ricovero inappropriato in casa residenza.
In questo modo si garantisce agli anziani/disabili una domiciliarità che rispetti il bisogno di privacy e il mantenimento dell’autonomia.
Si migliora la loro qualità di vita, sollecitando le azioni quotidiane di gestione del sé al fine di limitarne la dipendenza, si prevengono l’isolamento e l’emarginazione favorendo rapporti e relazioni interpersonali e i ricoveri impropri, si dà sollievo alle famiglie.